Ci si avvicina al rientro in classe, quest’anno ancora piuttosto incerto a causa dell’innalzamento dei numeri dei casi di Coronavirus nella nostra Penisola. Vediamo quali sono tutte le ultime notizie relative alla riapertura delle scuole a settembre.
- Quando si rientra in classe
- Distanziamento, banchi e mascherine: come si torna in classe
- Test sierologici al personale scolastico
- Cosa succede in caso di contagio in classe
Quando si rientra in classe
Il Ministero ha reso pubblica l’ordinanza con la quale indica la data del 14 settembre per l’inizio delle lezioni dell’anno scolastico 2020/21. Le regioni possono però deliberare in maniera autonoma, pur rispettando i 200 giorni di lezione. Il calendario con data di inizio e termine lezioni, sospensione lezioni per Natale, Pasqua, Carnevale e ponti varia quindi da regione a regione.
Si tornerà in classe, quindi, e il servizio scolastico sarà erogato in presenza. Soltanto la scuola secondaria di secondo grado potrà eventualmente avvalersi della didattica digitale, come previsto nel Piano Scuola 2020/2021 del 26 giugno 2020 e come ribadito nelle Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata. Quindi, soltanto in caso di una nuova emergenza che obblighi alla sospensione delle attività in presenza, si potrà fare ricorso alla Didattica digitale integrata per tutti gli altri gradi di istituto.
Il Comitato tecnico scientifico si dovrebbe riunire comunque il 29 agosto, a due settimane esatte dalla riapertura delle scuole, per analizzare gli indici epidemiologici del coronavirus, con un bilancio regione per regione sull’andamento dei contagi.
Distanziamento, banchi e mascherine: come si torna in classe
Sulle modalità di rientro in classe sono circolate diverse voci e notizie, alcune vere, altre false. Come stanno veramente le cose?
Stando alle ultime notizie, la distribuzione dei tanti discussi banchi monoposto che dovrebbero consentire il distanziamento sociale all’interno delle classi comincerà nelle scuole a partire dal 7 settembre. L’intento è quello di terminare la consegna dei banchi entro la fine di ottobre.
Nel frattempo, il Comitato tecnico scientifico si è espresso a favore di un uso esteso delle mascherine che ha suscitato non poche polemiche. Il ministro Azzolina ha però confermato che solo “se non ci sono le condizioni, nel rapporto spazio/numero di studenti, bisognerà usare le mascherine. Ne daremo 11 milioni al giorno. Nulla vieta poi che il dirigente scolastico disponga – solo per la secondaria di secondo grado – la didattica a distanza per alcuni gruppi.”
Mascherine si, quindi, ma solo se non è garantito il distanziamento. Il Comitato Tecnico Scientifico, comunque, si esprimerà nuovamente a fine agosto sul caso.
Il Comitato Tecnico Scientifico non ritiene invece opportuna la rilevazione della temperatura corporea all’ingresso delle scuole. Tuttavia, non potrà accedere chi manifesta sintomatologia respiratoria o temperatura corporea oltre i 37,5°C.
Test sierologici al personale scolastico
La bozza del protocollo d’intesa tra Ministero dell’istruzione e i sindacati ha sancito lo svolgimento di test sierologici per tutto il personale scolastico per garantire l’avvio in tutta sicurezza; con una successiva nota del Ministero della Salute inviata alle Regioni e agli uffici Scolastici regionali il 12 agosto sono state poi definite le modalità dello screening.
Partita il 24 agosto, la campagna di test durerà fino a una settimana prima dell’inizio delle lezioni. Essa è su basa volontaria ed è rivolta a tutto il personale scolastico delle scuole pubbliche, statali e non statali, paritarie e private di tutto il territorio nazionale. Saranno dei Medici di Medicina Generale ad eseguire il test, dopo che il personale scolastico avrà contattato telefonicamente il proprio Medico per programmare l’esecuzione del prelievo. Qualora si sia sprovvisti di Medici di Medicina Generale, il test ben potrà essere eseguito presso l’ASL di competenza.
Qualora il personale risultasse positivo al test sierologico, sarà sottoposto al test molecolare (tampone) presso il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL, entro 48 ore. Nell’attesa dell’esito, dovrà rimanere in isolamento domiciliare fiduciario.
Cosa succede in caso di contagio in classe
Che cosa succederà nel caso in cui, a lezioni avviate, uno studente risulterà positivo al Sars-Cov-2? È stato reso noto da qualche giorno l’apposito documento dall’Istituto Superiore di Sanità con le indicazioni per la gestione di casi e focolai da Covid-19.
Fondamentale sarà la nomina del referente Covid-19 nelle scuole, un incaricato che farà da ponte con le ASL. Il referente, nominato per ogni istituto, sarà il punto di riferimento per la segnalazione dei casi di alunni sintomatici. Il suo compito sarà anche quello di controllare le assenze elevate di studenti in una singola classe.
In caso di alunno sintomatico, il docente dovrà avvisare il referente che chiamerà i genitori dell’alunno e, nel frattempo, isolerà il minore in una stanza in compagnia di un adulto con mascherina di protezione. I genitori avviseranno poi il medico o pediatra di famiglia.
Il medico valuterà quindi il caso e deciderà se segnalare il caso alla ASL per effettuare il tampone. Se il tampone è positivo, il referente scolastico fornirà alla ASL i nomi degli alunni e dei docenti che sono stati a contatto con lo studente 48 ore prima dell’insorgere dei sintomi: così, la classe e i docenti saranno messi in quarantena per 14 giorni dall’ultimo contatto con l’alunno e le aule saranno sanificate. Se un’intera classe viene posta in quarantena, si attiverà la didattica a distanza.
L’alunno risultato positivo al test potrà tornare in classe solo dopo la guarigione (due tamponi negativi a distanza di 24 ore).
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