Giuseppe Valditara vuole rimettere al centro la scuola: ma, per farlo, è necessario prima di tutto ripristinare l'autorevolezza dei docenti.
Sulla povertà, il Ministro dell'Istruzione dice: "Contro la povertà è più utile una scuola di cittadinanza piuttosto che il reddito di cittadinanza”.
Giuseppe Valditara: gli ultimi provvedimenti
Giuseppe Valditara vuole portare una vera e propria rivoluzione (positiva) al mondo della scuola.
È quanto è emerso da una recente intervista che il Ministro dell'Istruzione ha rilasciato a Libero, durante la quale ha affrontato determinati argomenti: "Ho in mente una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Per farlo, è necessario ripristinare l’autorevolezza dei docenti. "
Una scuola più seria, quindi, che parte dal dare nuovamente autorevolezza ai docenti.
Ripristinare l'autorevolezza dei docenti
“Sono sempre più diffusi atteggiamenti aggressivi verso i docenti da parte di genitori. Anche qui dipende dalla crisi della autorevolezza sociale della figura del docente, e dalla assenza di una cultura del rispetto”.
L'intervista prosegue mentre Valditara si sofferma su un argomento molto delicato, attuale e molto discusso: la mancanza di rispetto verso le istituzioni, in particolar modo, verso la figura e il ruolo dell'insegnante.
Ma non solo da parte dei genitori degli alunni: sono anche gli alunni stessi ad avere una rivalsa contro i loro insegnanti.
E questo, purtroppo, lo vediamo ormai tutti i giorni, in episodi che a scuola si stanno susseguendo in maniera molto ravvicinata e preoccupante: episodi di violenze (verbali o fisiche - o entrambe) da parte di giovani alunni nei confronti di chi è chiamato a gestirli, istruirli, disciplinarli.
Sicuramente, è necessario l'intervento di ferme misure che, a quanto pare, il nuovo Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sembra intenzionato a dare.
La scuola al centro
Secondo il Ministro dell'Istruzione, la scuola “è ritornata classista", mentre Valditara dice: "Io la voglio aperta e mobile."
A questo proposito...
"Oggi il 58% dei ragazzi italiani va al liceo, mentre in Svizzera e Germania ben l’80% dei ragazzi fa apprendistato o frequenta scuole tecniche e professionali."
Infatti, le nuove norme di Valditara vanno verso una riforma della scuola tecnico-professionale...
La nuova riforma della scuola tecnico-professionale
Secondo Giuseppe Valditara, in Italia c’è stata una svalutazione totale della formazione tecnica, che viene ritenuta di seconda categoria.
Ma è la formazione tecnica il pilastro del sistema produttivo.
Quindi...
"Bisogna farla diventare un canale formativo di serie A, costruendo una filiera unica che vada dalla formazione fino all’istruzione tecnica superiore, parallela all’università e che renda anche questo tipo di insegnamento di alto livello”.
Per gli alunni
Per gli alunni delle scuole Valditara ha ragionato su due problematiche molto comuni e ben presenti.
La prima: “Nella scuola italiana il 25% dei ragazzi lamenta di essere bullizzato sistematicamente”.
Per questo motivo, secondo Valditara si ritenere necessario il ricorso ai lavori socialmente utili.
La seconda problematica riguarda il fatto che la scuola deve saper orientare lo studente e attuare per lui le scelte formative migliori.
Questo deve portare alla costruzione di percorsi formativi il più possibile ritagliati sul singolo alunno: azioni che poteranno a far emergere le abilità di ciascuno.
A questo si aggiunge l'introduzione dei docenti-tutor, in grado di seguire non solo gli alunni con problemi ma anche gli studenti che sono più veloci e si annoiano, dovendo sottostare ad un ritmo più lento del loro.
La manovra contro la povertà
Per quanto riguarda la povertà, Valditara dice: “Faremo un’importante riforma della scuola tecnico-professionale. In Italia ci sono un milione e 200mila posti di lavoro, che non vengono occupati per mancanza di competenze tecniche. Il 46% delle aziende non trova qualifiche adeguate."
Secondo Valditara, le imprese vanno coinvolte e, laddove si rendono necessarie qualifiche specifiche, le scuole devono essere in grado di assumere i docenti tratti dalle imprese. E qui Valditara trae ispirazione dal modello scolastico mitteleuropeo, tedesco, in particolare.
E conclude: "Ben 140mila percettori di reddito di cittadinanza sotto i 30 anni hanno solo la licenza media e, in alcuni casi, soltanto la licenza elementare o neppure quella. Mi creda, contro la povertà è più utile una scuola di cittadinanza piuttosto che il reddito di cittadinanza”.
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